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il patrimonio di Sarego
Sarego è un comune italiano di 6.757 abitanti della provincia di Vicenza in Veneto.
Tra il II e il I secolo a.C. il territorio – specialmente quello a nord ovest di Monticello di Fara, prossimo alla Via Postumia costruita nel 148 – fu marcato dalla centuriazione romana, con la quale venivano suddivise le terre date in ricompensa ai legionari veterani, che in tal modo avevano tutto l’interesse a difendere questa essenziale arteria che univa Genova ad Aquileia.
In questa zona, in località Ca’ Quinta dove fu poi costruita Villa Quinto, furono scoperti nel 1904 i resti di una villa romana di campagna; gli scavi del 1927 hanno portato alla luce una pavimentazione a mosaico, oltre a vari altri reperti: rivestimenti in marmo, resti di affreschi, una struttura per il riscaldamento della villa, un torcularium (impianto produttivo).
Il toponimo di Santa Giustina ricorda la presenza in zona di una chiesetta, poi scomparsa, che attesta l’evangelizzazione protocristiana del territorio.
Del periodo longobardo rimangono ancora numerosi toponimi, il più importante dei quali è Monticello di Fara.
Da antichi documenti si sa della presenza, nel territorio di Sarego, di due castelli altomedievali: il primo nel capoluogo, il secondo a Meledo.
Sull’origine del primo non si conosce nulla di preciso; considerando, però, che il Pagliarino lo definisce “antichissimo” e che la nobile famiglia dei da Sarego risiedeva sul posto sin da epoca precedente al Mille, sembra ragionevole collocarne la fondazione nel secolo X, identificandolo in tal modo con l’incastellamento della chiesa primitiva, la quale dipendeva dalla vasta giurisdizione della pieve di Santa Maria di Altavilla ma era di proprietà dei da Sarego.
Chiesa e castello dovevano dunque essere di origine gentilizia, ed i diritti vescovili devono essersi accesi solo nel 1132 quando i da Sarego assoggettarono la chiesa alla cattedrale di Vicenza. I diplomi imperiali non elencano il castello di Sarego tra quelli vescovili esentati dalla tassa del fodro; ciò non significa ch’esso non dipendesse in qualche modo dai vescovi di Vicenza, ma dimostra semplicemente che non era esentato dalla prestazione.
Il secondo castello era a Meledo e probabilmente apparteneva alla meno nota famiglia dei Pan de’ Campi, di cui parlano tanto il Pagliarino che il Barbarano; sulla fine del Duecento, comunque, ne vennero infeudati i da Sarego, e di ciò fanno fede gli atti d’investitura, atti che parlano sempre di castrum vetus, dizione che può avere due significati: o che questo castello era precedente a quello di Sarego oppure che, al tempo dei documenti che ne parlano, fosse ormai distrutto. Nel secondo caso, esso sarebbe stato distrutto prima dell’epoca ezzeliniana.
Sarego ha dato i natali a Cortesia de’ Marassi detto da Sarego che, nel XIV secolo, fu consigliere di Antonio della Scala – e ne sposò la sorella Lucia – ed ebbe parte rilevante nella sua rovina. A questa nobile famiglia appartenevano anche Simone e suo figlio Gentile da Sarego, principali finanziatori nel 1386 della costruzione e decorazione della chiesa di San Vincenzo a Vicenza, nella quale vennero sepolti. Nello stesso anno 1386 Cortesia da Sarego, fratello di Simone, lasciò in testamento la somma di 1000 lire veronesi per la costruzione di una cappella nella chiesa di Santa Corona a Vicenza, pur disponendo di essere sepolto nella chiesa di Santa Anastasia di Verona, città che era diventata il centro degli interessi della famiglia dei da Sarego, in quelli anni divenuta tra le più potenti del territorio vicentino grazie all’appoggio della signoria scaligera. È da notare che il nome Cortesia, che si ripeté come d’uso molte volte nella dinastia della famiglia, era l’anagramma del nome Seratico con cui la famiglia era nota a quel tempo. Proprio dalla dizione Seratico deriva l’appellativo di seraticensi con cui sono chiamati gli abitanti di Sarego.
Barchesse di villa Trissino
Progettate tra il 1553 e il 1567 circa, sono l’unica parte superstite del progetto mai compiuto per una villa veneta di Andrea Palladio, sulle rive del fiume Guà. Dal 1996 è un bene protetto dall’Unesco